ANCHE I GATTI MORDONO. PERCHé LO FANNO?

Forse qualche lettore si ricorderà di Otto, il gattone non giovanissimo che, quando venne ad abitare con noi, aveva la pessima abitudine di mordere all’improvviso chiunque gli stesse vicino. Via via che Otto si è integrato nel branco il suo comportamento – per fortuna! – è cambiato radicalmente, e dunque è probabile che la causa di quei morsi fosse una qualche forma di stress e di disagio.

I gatti possono mordere per vari motivi che non sempre riusciamo a individuare, perché nella maggior parte dei casi l’incidente, chiamiamolo così, si verifica mentre accarezziamo il nostro micio che ci appare magnificamente rilassato, e che invece all’improviso, come se fosse preso da un raptus omicida, ci addenta la mano e poi, magari, fugge via come un bandito. In quest’ultimo caso è probabile che abbia voluto segnalare, in modo squisitamente felino, che delle nostre coccole ne aveva abbastanza; oppure le nostre carezze hanno generato sul suo mantello una piccola carica di elettricità statica – lo si capisce quando il pelo sembra muoversi a piccole, rapide onde – che lo infastidisce e che lo spinge istintivamente a rivalersi sulla nostra mano.

Nel caso di Jefferson, però, ho l’impressione che le cose stiano diversamente. Solitario e riservato, Jefferson quando siamo soli diventa un micio molto affettuoso ed esigente: si struscia, salta in grembo (ma sempre con grande cautela), non soltanto si lascia carezzare ma, se smetto prima del necessario, insiste con la zampa perché continui. Poi all’improvviso – non sempre, a dire il vero – si volta di scatto e mi morde. Non però con forza, non per colpire o difendersi: al contrario, il suo morso è leggerissimo, sembra quasi una carezza e dura molto più di un morso normale, che è sempre istantaneo: no, Jefferson indugia tenendo la mia mano fra i denti senza mai stringere, ma come assaporandola immobile per lunghi secondi.

Perché fa così? Non è una reazione di fastidio, la sua, e neppure è un’azione predatoria. Ho l’impressione che voglia esprimere invece una sorta di possesso, e dunque anche di prossimità. In altre parole, quel morso leggero potrebbe essere per Jefferson una conferma del nostro legame, del valore della nostra relazione, e dunque in definitiva dell’affetto che ci lega. Non ne sono sicuro (non ho trovato conferme negli studi che ho potuto consultare), ma confesso che mi piace pensare che sia così.

frondolino@yahoo.it

2023-04-01T08:00:25Z dg43tfdfdgfd